L'idea di una ``lunghezza minima'' nella trama dello spaziotempo ha una lunga
 storia nella fisica teorica moderna. Uno dei primi tentativi risale a
 Snyder(1947), che dimostro` che per introdurre una lunghezza minima in
 maniera fisicamente significativa, senza scontrarsi con l' invarianza di
 Lorenz, le coordinate devono diventare quantita` che non-commutano.
 L' interesse per la geoemetria non-commutativa e` stato recentemente rilanciato
 dalla scoperta che tale geoemtria viene indotta su una D-brana dalla dinamica
 di una stringa aperta (Seiber e Witten, 1999). Nel limite di bassa energia,
 una teoria di campo (FT) sulla brana, diventa una teoria di campo
 non-commutativa (NFT). Esistono vari tipi di teorie di campo non-commutative
 a seconda della maniera di ``deformare'' una FT ordinaria. L'approccio piu`
 popolare e` fondato sulla sostituzione del prodotto ordinario 
 tra funzioni ``in-un-punto'', con lo *-prodotto, non-locale, di
 Wigner-Weyl-Moyal. Benche` matematicamente corrette, NFT con lo *-prodotto
 presentano grosse difficolta` tecniche. La sola maniera per ottenere i valori
 di aspettazione di grandezze misurabili e` in un doppio sviluppo perturbativo
 nella costante di accoppiamento e nel parametro di deformazione. Questa
 procedura introduce per ogni grafico di Feynman planare (=ordinario) un
 corrispondente grafico non-planare. Il risultato e` una violazione, a livello
 perturbativo,  dell' unitarieta` ed un  effetto di mescolamento tra
 divergenze ultraviolette ed infrarosse.
A fronte di cio`,  abbiamo introdotto (Smailagic e Spallucci, 2004) un
 approccio basato su stati coerenti delle coordinate, che porta ad una
 teoria di campo unitaria, Lorenz invariante e finita nell' ultra-violetto.
 Come ci si puo` aspettare, la presenza di una lunghezza minima, ``ereditata''
 dalle coordinate non-commutative originali, fornisce un ``cut-off 
 ultra-violetto naturale'' che rimuove le  divergenze ultraviolette, senza
 violare l' invarianza di Lorentz e l ' unitarieta`.
Lo scopo principale della nostra ricerca recente  e`  di estendere 
 alla gravita` i risultati ottenuti in FT, con l' obiettivo di ``sanare'' il 
 cattivo comportamento della Relativita`Generale a piccole distanze.  Questo 
 studio e` suggerita, anche, da alcuni problemi insoluti della fisca dei buchi 
 neri quantistici. La formulazione standard della meccanica quantistica dei 
 buchi neri, in termini di teoria dei campi in spaziotempo curvo, cessa di valere
 a piccole distanze, ove le fluttuazioni quantistiche dello spaziotempo stesso 
 non sono piu` trascurabili. Seguendo lo stesso approccio, che ci ha portato 
 ad una FT finita nell' ultravioletto, abbiamo  ricavato una ``maniera efficace''
 per correggere'' le equazioni di Einstein a piccole distanze. Questo approccio
 ci ha consentito di ricavare una nuova soluzione esatta, tipo buco nero 
 regolare, prodotto da da una distribuzione di massa statica, a simmetria
 sferica e di incertezza minima. Invece che da un punto materiale, privo di
 struttura, la soluzione e genrata da una ``goccia materiale'' che rappresenta
 l'oggetto ``localizzato il piu` possibile'' in una geometria in cui le
 coordinate non commutano a piccole distanze. La patologia della metrica di
 Schwarzschild, i.e. la singolarita` di curvatura nell' origine, scompare.
 la varieta` risultante e` regolare ovunque e la singolarita` di curvatura
 risulta sostituita da un vuoto di DeSitter attorno all'origine. Circa
 l'effetto Hawking, una nuova caratteristica interessante e` che lo stadio
 finale e` rappresntato da un buco nero estremale, degenere, anche nel caso
 elettricamente neutro, senza momento angolare. Inoltre, il buco nero raggiunge
 una temperatura massima, finita, a cui segue un raffreddamento asintotico
 verso lo zero assoluto. Tale modello rappresenta rappresenta, per quanto ci e`
 dato sapere, il primo esempio efficace di come le fluttuazioni dello
 spaziotempo a piccola distanza possono essere incluse in una geometria
 (semi-)classica. 
Recentemente, abbiamo ricavato una nuova soluzione esatta delle
 equazioni di Einstein che riproduce la soluzione di Schwarzschild
 a grande distanza, ed un vuoto di DeSitter attorno all' origine.
 L' importanza di questo risultato risiede nel fatto che l'aver
 incluso nelle equazioni di Einstein gli effetti di fluttuazioni
 quantomeccaniche dello spaziotempo a piccole distanze, rimuove
 la singolarita` di curvatura, come ci si aspetta da una qualunque
 teoria di gravita` quantistica autoconsistente.
Ulteriori approfondimenti di questo nuovo modello di buco nero
  semi-classico, hanno portato ai seguenti risultati:
1. Estensione della soluzione  al caso
    di 3+k dimensioni spaziali, come richiesto dai modelli
    di gravita` quantistica al TeV, sia nel caso neutro che
    nel caso elettricamente carico.
Particolarmente importante e` la ``configurazione estremale''
    di questi oggetti, che fornisce un modello per il residuo
    lasciato dal processo di evaporazione e consente di definire
    lo stato finale del decadimento del buco nero.
2. Determinazione del tasso di produzione di coppie .
    Questa potrebbe essere un'utile informazione per la rivelazione sperimentale
    di questi oggetti attraverso i loro prodotti di decadimento.
3. Relazione tra Entropia del buco nero ed area dell'orizzonte d'eventi. 
     Particolarmente interessante e` vedere quali sono gli scostamenti
     dalla relazione ``classica'' 
 dovuti agli effetti quantistici
     a piccola distanza.